martedì 24 novembre 2015

Ravioli di polenta con ragù di cinghiale

Avevo promesso la versione carnivora dei ravioli per l'MTC e allora eccoci qua... Ho pubblicato per prima la ricetta dei ravioli con ricotta e castagne al sugo di cavolo nero che trovate qui, ma in realtà la prima ricetta che ho pensato è questa.
Se c'è una cosa che amo dell'inverno è la polenta con il sugo, ancor di più con un buon spezzatino di Cinghiale, qualche tempo fa lessi su una rivista la ricetta dei ravioli ripieni di polenta e mi sono ripromessa di farla, poi non ne ho mai avuto l'occasione.
Ho deciso di racchiudere la polenta in una sfoglia integrale e lo spezzatino di cinghiale è diventato un buon ragù a cottura lenta.
Ma questo mese l'MTC e Monica e Luca del blog Fotocibiamo con questa sfida mi hanno fornito la scusa buona ed allora la mia cucina nelle ultime due settimane è diventato un pastificio sforna ravioli..


Ingredienti per la sfoglia (per circa 40 ravioli):
(Nota: io preferisco una sfoglia con poche uova)
300g di farina integrale
1 uovo
acqua (quanta ne prende la farina)

Ingredienti per il ripieno
(io preparo la polenta nel microonde)
200g di farina di mais
500ml di acqua
sale
olio Extravergine di oliva
una macinata di pepe

Ingredienti per il ragù di cinghiale
1 carota
1 costola di sedano
1 spicchio di aglio
400 g di magro di cinghiale
300 ml di polpa di pomodoro
vino rosso
2-3 foglie di alloro
1/4 di bicchiere di aceto di vino bianco
1 rametto di rosmarino 4-5 foglie di salvia
2-3 chiodi di garofano
sale
Olio Extravergine di oliva
pepe nero

Preparate la sfoglia disponendo la farina a fontana, rompete dentro l'uovo aggiungete l'acqua, un pizzico di sale ed impastate. Riponete la pasta in frigo avvolta nella pellicola almeno per 40 minuti, poi spianatela.
Nel frattempo cuocete la polenta a microonde: Mettere la farina di mais con l'acqua in un contenitore adatto alla cottura a microonde, accendete il forno alla potenza medio/alta e cuocete per 6 minuti. Togliete dal forno , mescolate con una fusta, aggiungete un fio di olio un pizzico di sale e mettete nuovamente nel microonde per 10 minuti. Trascorso questo tempo la polenta dovrebbe essere cotta, toglietela mescolate con la frusta, se la consistenza è sempre troppo liquida cuocete per altri 3-4 minuti.
A cottura ultimata grattugiate un pò di pepe nero e con la polenta riempite i ravioli e tagliateli della forma che preferite.


Per preparare il ragù di cinghiale, dovrete iniziare il giorno prima perchè il cinghiale deve essere messo a marinare. Preparate la marinatura con: acqua fredda, l'aceto, mezzo bicchiere di vino rosso, la salvia ed il rosmarino. Immergete il pezzo di carne e lasciatelo a marinare almeno per una notte. poi sciacquatelo accuratamente sotto l'acqua corrente e tagliatelo al coltello a dadini piccoli piccoli.
Mettete un filo di olio in una pentola antiaderente, aggiungete il cinghiale e cuocete per una decina di minuti a fuoco vivace. La carne inizia a buttare fuori "i liquidi", sono questi che conferiscono al cinghiale il sapore forte di selvatico. Trascorso il tempo scolate i liquidi.
Iniziate a preparare il soffritto con carota, sedano aglio e una foglia di alloro, quando il soffritto sarà pronto aggiungete la carne, fate cuocere a fuoco vivace e poi sfumate con mezzo bicchiere di vino rosso (buono). Dopo 4-5 minuti aggiungete la polpa di pomodoro, i chiodi di garofano (che toglierete dopo circa mezzora) ed un paio di bicchieri di brodo vegetale.


Fate cuocere a fuoco bassissimo per almeno 3 ore (più cuoce e più diventa buono e tenero).
Cuocete i ravioli in abbondante acqua salata e serviteli con il ragù di cinghiale.



Ambra

Con questa ricetta partecipo all'MTC52




domenica 22 novembre 2015

Ravioli di ricotta e castagne con sugo di cavolo nero

Ci siamo anche questo mese, all'immancabile appuntamento con l'MTC. Lo scorso mese la sfida del pollo ripieno è stata vinta da Monica e Luca del blog Fotocibiamo ed è così che hanno proposto il tema della pasta ripiene con un sugo a cottura lenta.
Questo mese ci sono pochissime restrizioni sulla ricetta, sii può usare qualsiasi farina, qualsiasi ripieno unica nota il sugo deve essere a cottura lenta.
Io ho preparato due versioni, questa chiamiamola vegetariana ed un'altra che pubblicherò i prossimi giorni dove il protagonista è il cinghiale.



Per questa sfida ho fin da subito deciso che avrei fatto una sfoglia grezza di farina di farro, ma ero molto indecisa sul ripieno, poi la scorsa settimana sono uscita a mangiare una pizza con Cristina ed Enrica ed ho assaggiato una meravigliosa pizza con le castagne... da lì l'inspirazione per il ripieno: Castagne e ricotta di pecora.
Ma veniamo alle dolenti note, sugo a lenta cottura. Mi sono detta e ora con cosa lo faccio questo sugo a lenta cottura? Non volevo caricare troppo il piatto con la carne ma non mi veniva l'idea, poi ieri ho fatto un giro al mercato a Km0 accanto casa ed ho visto un meraviglioso cesto di cavolo nero e ho pensato "CAVOLO come ho fatto a non pensarci?" ;-) Ed ecco a voi i miei ravioli con ricotta di pecora e castagne al sugo di cavolo nero.



Ingredienti per la sfoglia (per circa 40 ravioli):
(Nota: io preferisco una sfoglia con poche uova)
250g di farina di farro
50g di farina integrale
1 uovo
acqua (quanta ne prende la farina)

Ingredienti per il ripieno:
10 castagne precedentemente lessate
150g di ricotta di pecora

Ingredienti per il sugo di cavolo nero
mezzo porro
1 cesto di cavolo nero (scegliete le foglie più tenere, con quelle che avanzano fateci il brodo)
sale olio Extravergine di oliva
pinoli

Preparate la sfoglia disponendo le farine miscelate a fontana, rompete dentro l'uovo aggiungete l'acqua, un pizzico di sale ed impastate. Ripinete la pasta in frigo avvolta nella pellicola almeno per 40 minuti, poi spianatela.
Disponete la ricotta al centro e sopra un pezzetto di castagna, richiudete e ritagliate della forma che più vi piace (io ho scelto la margherita).


Nel frattempo iniziate a preparare il sugo: Mettete a soffriggere il porro, dopo qualche minuto aggiungete il cavolo tagliato a listarelle e lasciate soffriggere a fuoco basso per qualche minuto. Aggiungere un bicchiere di brodo vegetale e lasciate andare per almeno un ora a fuoco molto basso.
Lessate i ravioli in abbondante acqua salata e conditeli con il sugo al cavolo nero ed una manciata di pinoli tostati.


Buon Appetito!

Con questa ricetta partecipo all'MTC 52





domenica 8 novembre 2015

Racconto di un Vaje que vale un Perù.. parte 1


" ..E le mie gambe han camminato tanto

E la mia faccia ha preso tanto vento 

E coi miei occhi ho visto tanta vita 

E le mie orecchie tanta ne han sentita 

E le mie mani hanno applaudito il mondo 
Perchè il mondo è il posto dove ho visto te.."

- Dove ho visto te - Jovanotti



Appena salita sull'aereo mi metto alle orecchie il lettore MP3 per rilassarmi e questa canzone è la prima, mi accoglie e mi risuonerà in testa per tutti questi 15 giorni..

Eccomi qua per raccontarvi un viaggio, un viaggio in un paese per me sconosciuto, un viaggio di 15 giorni fatto di aerei (troppi..), paesaggi, profumi, occhi di bambini, mani che lavorano, spezie e molto altro...se vi va di scoprire un pezzetto del mio Perù accomodatevi.


Sicuramente la prima cosa che ci viene in mente quando si nomina il Perù è Machu Picchu, vi devo dire che merita tutta la fama che ha, è un luogo magico e davvero quando ti trovi ad ammirarlo ti rendi conto di quanto è bella questa terra e non riesci a spiegarti di come l'uomo centinaia di anni fa sia riuscito a creare una meraviglia del genere.

Ma partiamo dall'inizio, il nostro viaggio inizia il 05 settembre dopo 17 ore di volo sbarchiamo a Lima, capitale del Perù, questa città non mi ha particolarmente colpito se non per le sue scogliere a picco sul mare.
Un piatto tipico di Lima o meglio di tutto il Perù che abbiamo assaggiato in una trattoria storica di Lima "Il Cordano" è il lomo saltado: straccetti di carne di manzo saltata con cipolle, pomodori e patate serviti con riso bianco.





















Da qui ci spostiamo verso la Riserva nazionale di Paracas, un posto veramente meraviglioso dove il
deserto finisce nel mare, dove il paesaggio cambia percorrendo 10 km



All'interno della riserva i posti per mangiare sono pochi, ma ci fermiamo in un locale dal quale si gode di una magnifica vista "Restaurante el che" qui mangiamo un meraviglioso piatto di pesce fritto dal nome Jalea Mixta, roba da leccarsi i baffi (anche se da digestione molto lenta....)


Il giorno successivo è stato uno dei giorni più emozionanti, la mia prima volta in un deserto di sabbia, l'ho amato dal primo momento.. mi sono sentita libera e cercavo di guardare e di mangiare tutta quella meraviglia con gli occhi. Non so perchè mi ha fatto questo effetto ma ero come una bambina nel paese delle meraviglie...


Dal deserto ci spostiamo nella città di Arequipa, la città bianca, questo nome lo deve al fatto che il suo centro storico è stato costruito tutto con pietra bianca. Qui visitiamo il bellissimo monastero di Santa Calalina, un vero gioiello del quale vi lascio alcune foto: 





La prima tappa finisce qui, ma vi lascio con un piatto tipico della città di Arequipa: Il Rocoto relleno



Per questo viaggio devo dire prima di tutto un GRAZIE ai miei compagni di viaggio: Federica e Marco, Biagio e Stefano e a mio marito Stefano. Grazie ragazzi per avermi fatto scoprire tutto questo!!!


Alla prossima puntata

Buona serata
Ambra

domenica 1 novembre 2015

Ode alla Garfagnana

Eccoci qua, a scrivere un post per "celebrare" una terra che tante persone non conoscono un territorio aspro e misterioso ma con degli scorci e abitato da persone che ti donano il cuore, questa è la Garfagnana, zona della Toscana racchiusa tra le Alpi Apuane e l'appennino Tosco-Emiliano. In questo lembo di terra il tempo sembra essersi fermato e questa è la cosa che ho sempre amato di questo luogo. Dovete sapere che ho vissuto un pezzetto della mia vita qui, un pò per amore, un pò per lavoro un pò per amicizia. Quello che posso dire è che dopo tanti anni è stato un piacere tornare per questo voglio ringraziare l'AIFB e Annarita Rossi per l'organizzazione di questo splendido blogtour.




Il mio tour è iniziato a metà percorso a causa di un problema lavorativo sono arrivata la mattina del sabato direttamente al Birrificio La Petrognola.
Il birrificio si trova a pochi km da Piazza Al Serchio in una frazione chiamata Colognola, Roberto Giannarelli nel 2002 decide di iniziare la produzione della birra di farro, ed inizia la sua avventura in una piccola stanza con pochissima attrezzatura, il tempo passa e la birra di farro inizia ad avere il successo che merita, nel 2006 è stata premiata come miglior birra artigianale dell'anno. Abbiamo visitato il birrificio ed abbiamo conosciuto Roberto che ci ha spiegato minuziosamente il processo di produzione, le tipologie di birre prodotte con tutte le difficoltà e le accortezze (sopratutto igieniche) da adottare. Io non bevo alcolici per motivi di salute ma vi posso assicurare che dopo una visita del genere mi è davvero dispiaciuto non poter assaggiare il frutto di questo meraviglioso lavoro che ha valorizzato il prodotto principe della Garfagnana: Il farro appunto.



Dopo la visita ci siamo spostati nel piccolo paese di Giuncugnano e siamo stati ospiti dell'agriturismo Il Grillo, qui il titolare Stefano Bertolini ci ha coccolati proponendoci un antipasto tutto a base di farro : insalata di farro, arancino al farro e quiche con farina di farro. A seguire pasta con farina di farro ed ortiche condita con un ragù bianco di salsiccia e torte e biscotti con marmellate prodotte da loro. Degno di nota è anche il negozio annesso al ristorante "La Bottega del Grillo" dove potete trovare marmellate, farine, farro tutto prodotto in questo agriturismo.


Nel pomeriggio abbiamo avuto il piacere di visitare il Caseificio Marovelli, dove la famiglia Marovelli produce da anni formaggi, sopratutto pecorino, ricotta, jogurt ed un'altro formaggio a parer mio buonissimo chiamato Bagiolo, che i produttori chiamano "Bagiolo il bacio diventato formaggio".



Il caseificio si trova nel paese di Vibbiana da dove si gode una meravigliosa vista sulla Fortezza delle Verrucole, per me luogo magico, luogo che ho sempre amato anche quando sembrava essere stato dimenticato da tanti, ma lei era sempre lì seppur piena di rovi che ti guardava dall'alto, visitatela, oggi è stata riportata ai vecchi fasti ed è davvero uno dei gioielli della Garfagnana.


Ormai arriva la sera e noi veniamo ospitati a Castelnuovo Garfagnana presso l'hotel ristorante La Lanterna.

Il giorno seguente ci accoglie un temporale ed una bella pioggia, ma la nostra accompagnatrice Antonella Poli, riesce subito a riorganizzare la giornata e ci porta in un allevamento di trote appena sotto lo splendido Eremo di Calomini: Allevamento La Iara, qui ci viene illustrato dai fratelli Lorenzi come vengono allevate le trote destinate alla pesca sportiva ed al consumo.



A seguire scopriamo un posto che si trova a 20km da dove sono nata ma del quale ignoravo l'esistenza.. Podere Concori una meravigliosa azienda vinicola, una vigna biodinamica gestita dal giovane Gabriele Da Prato, tutti noi rimaniamo affascinati dal racconto di come nasce il suo vino e dal concetto di vigna biodinamica.




Gli occhi di Gabriele ed i suoi aneddoti trasmettono la passione con la quale produce il suo vino e l'amore che prova per questa terra. Il vino Melograno è il fiore all'occhiello dell'azieda provatelo se vi capita, dice che sia delizioso.




Terminiamo il nostro tour in un luogo magico, in un luogo dove davvero il tempo sembra essersi fermato, Cerasa
Dovete sapere che io vengo da un piccolo paese di campagna per cui per me è del tutto normale vedere le donne che lavorano la lana o altri mestieri dimenticati ma vi posso assicurare che arrivare in questo posto immerso in un meraviglioso castagneto è stato molto emozionante.
Qui la famiglia di Mario Cavani vive dal 2004 quando a Mario viene chiesto di provare a recuperare la razza della pecora bianca Garfagnina, a quel tempo ne erano rimasti solo pochi esemplari sul territorio e proprio in questo luogo Mario, con la sua famiglia e l'aiuto delle istituzioni locali è riuscito a recuperare questa razza che era destinata ad estinguersi. Oggi Mario a Cerasa ha almeno un centinaio di capi e qui porta avanti l'attività di pascolo, l'attività casearia, la produzione di salumi, il castagneto e la valorizzazione della lana. Tutto questo lo fa assieme alla sua famiglia ed in particolare grazie all'aiuto di Ombretta (sua figlia).
In questa meravigliosa realtà Ombretta ci ha aperto le porte della sua casa e ci ha fatto gustare in un atmosfera senza tempo dei piatti davvero unici, come la "pasta al salvietto". Dovete sapere che in provincia di Lucca il salvietto è il tovagliolo, questa pasta si chiama così perchè viene cotta ripiegata all'interno di un salvietto di cotone. Poi viene servita con un ragù di carni miste.


Prima di salutarci e dopo questo splendido pranzo ci accomodiamo in un salone per la visione del cortometraggio "Bianca e gli altri" , guardatelo e gustatevelo da questo potrete capire la bellezza di questo luogo, ma solo visitandolo potete apprezzarne la magia..



Voglio ringraziare l'unione dei comuni della Garfagnana, l'associazione Italiana Foodblogger e Annarita per avermi fatto scoprire nuovi luoghi e riscoprire la Garfagnana.

Ambra